Articolo del 31/07/2023

La risonanza magnetica è ormai da molti anni un fondamentale strumento diagnostico, che trova numerose applicazioni anche nell’ambito della salute delle donne. Questa tecnologia di imaging avanzata consente ai medici di ottenere anche immagini molto dettagliate del tessuto mammario, fornendo informazioni cruciali per la diagnosi precoce e accurata di patologie del seno, soprattutto quelle di natura neoplastica maligna.

In questo articolo, con il Prof di Lella parleremo delle applicazioni della risonanza magnetica nell’ambito della diagnostica senologica, spiegando il suo funzionamento, i suoi benefici e le sue applicazioni cliniche.

La risonanza magnetica è una tecnica avanzata di imaging medico che utilizza un potente campo magnetico e onde radio per creare immagini tridimensionali, di ogni parte del corpo, e anche del tessuto mammario.   A differenza della mammografia, la risonanza mammaria non utilizza radiazioni ionizzanti, rendendola una scelta sicura per le pazienti, mentre rispetto alle tecniche ecografiche offre una risoluzione spaziale molto superiore. Inoltre, essendo una tecnica di immagine “multiparametrica” fornisce molteplici informazioni sulle caratteristiche di un tessuto, nella fattispecie del tessuto ghiandolare mammario e delle specifiche patologie ad esso correlate, permettendo una analisi più accurata e diagnosi maggiormente mirate.

La Risonanza Magnetica mammaria è considerata generalmente un esame di 2° livello, da eseguire dopo le indagini mammografica ed ecografica, che in alcuni casi viene eseguito con l’utilizzo del mezzo di contrasto, in altri senza. Vediamo nello specifico.

Esistono controindicazioni?

Come per tutte le indagini RM l’esame non può essere effettuato in presenza di pacemaker o protesi metalliche non compatibili con il forte campo magnetico generato dall’apparato.

Come funziona la risonanza mammaria? Quali sono i vantaggi?

Durante una risonanza mammaria, la paziente viene posizionata, in posizione prona, su un lettino che scivola all’interno del “magnete”: a differenza dei sistemi RM di vecchia generazione le nuove macchine sono più corte e hanno tunnel più ampi, riducendo notevolmente la sensazione di claustrofobia di cui soffrono alcune Pazienti.

All’interno dell’apparato viene generato un forte campo magnetico che modifica la posizione spaziale dei protoni di idrogeno presenti nel corpo. Successivamente, con l’erogazione di impulsi di onde radio, si stimolano fenomeni di oscillazione dei protoni. Quando le onde radio vengono interrotte, i protoni rilasciano l’energia accumulata, che viene rilevata da una bobina di ricezione e convertita in immagini dal computer. A differenza dei raggi X, che provocano fenomeni di ionizzazione degli atomi, le onde radio, dello stesso tipo di quelle utilizzate nelle comunicazioni, non provocano alterazioni pericolose degli atomi e delle molecole del corpo. Questo è il motivo per cui le indagini RM possono essere eseguite anche nelle Pazienti in gravidanza, dopo il primo trimestre di gestazione

La risonanza mammaria offre diversi vantaggi nell’imaging mammario rispetto ad altre tecniche di esame. Innanzitutto, è particolarmente utile nelle donne con tessuto mammario denso, in cui le mammografie tradizionali possono essere meno accurate. Inoltre, la risonanza mammaria può fornire immagini dettagliate delle lesioni al seno, consentendo una migliore valutazione della loro natura (benigna o maligna) e delle dimensioni, grazie alla multiparametricità. Questo può essere particolarmente importante per la diagnosi precoce delle lesioni neoplastiche della mammella.

La risonanza mammaria viene utilizzata in diverse situazioni cliniche. È spesso usata per valutare pazienti ad alto rischio di cancro, come quelle con una storia familiare di malattia o con mutazioni genetiche note (ad esempio BRCA1 o BRCA2). La risonanza mammaria può anche essere utilizzata per monitorare la risposta al trattamento nel cancro al seno già diagnosticato e per valutare l’estensione della malattia.

La risonanza magnetica con mezzo di contrasto viene eseguita nei seguenti casi:

1-Per il monitoraggio di donne con un rischio familiare elevato di sviluppare tumore al seno, unito alla presenza di mutazioni specifiche dei geni BRCA1 e BRCA2;

2-Per approfondire dubbi evidenziati dall’esame mammografico o ecografico;

3-Prima dell’intervento chirurgico, per la stadiazione locale del tumore e per valutare l’eventuale esistenza di ulteriori focolai di neoplasia non visibili agli esami convenzionali di prima istanza (mammografia ed ecografia);

4-nelle pazienti già operate per carcinoma mammario, nelle quali ci siano dubbi tra una recidiva del tumore o una cicatrice chirurgica derivante da uno o più interventi chirurgici precedenti.

Lo studio RM mammario nelle sole condizioni basali, senza utilizzo mezzo di contrasto, viene di norma eseguito per la valutazione di integrità delle protesi mammarie estetiche o ricostruttive, dopo interventi oncologici. o nelle Pazienti con nota ipersensibilità’ al mezzo di contrasto paramagnetico.

Conclude il medico: “É opportuno chiarire che i mezzi di contrasto in uso per le indagini RM, del seno o di altri distretti corporei, sono farmaci estremamente sicuri e di norma molto ben tollerati. Ovviamente ogni regola ammette eccezioni: Pazienti con allergie, eventualmente multiple, a farmaci o a metalli, devono essere valutate per accertare la compatibilità con il mezzo di contrasto paramagnetico da utilizzare.

In Ars Medica risonanza mammaria rappresenta pertanto una tecnologia di imaging avanzata, che ha permesso una notevole evoluzione nella moderna diagnostica delle patologie mammarie. La sua capacità di fornire immagini dettagliate e accurate del tessuto mammario è ritenuta di fondamentale importanza per la diagnosi corretta e precoce delle lesioni neoplastiche del seno, purtroppo estremamente frequenti nella popolazione femminile e presenti, sia pure in percentuali estremamente minori, anche in quella maschile: le statistiche ci dicono infatti che un caso su cento di tumore mammario colpisce individui di sesso maschile.”

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